“L’anniversario”: il prezzo invisibile della lealtà familiare a ogni costo

RIFIUTOIDENTITÀLIBERTÀ

10/6/20252 min read

A settembre questo piccolo libro mi ha catturato per la sua apparente semplicità. Mi ci sono immerso quasi per curiosità, e ne sono uscito con la sensazione rara di aver letto qualcosa di profondamente vero.

Andrea Bajani, con L’anniversario, riesce a fare ciò che solo la grande letteratura sa fare: raccontare il mondo interiore e le dinamiche relazionali senza urlare, ma con una chiarezza emotiva e una musicalità della lingua che accarezza le orecchie e insieme lascia un segno. Abituato spesso a libri che mi conquistano per le idee forti, per le visioni dirompenti o per la capacità di scardinare prospettive, qui mi sono trovato davanti a un testo che entusiasma per la qualità letteraria. Non a caso, ha vinto il Premio Strega.

Il romanzo porta al centro una tematica psicologicamente complessa e scomoda: la possibilità che, per sopravvivere, si debba prendere distanza dalla propria famiglia d’origine. Bajani lo racconta senza proclami e senza moralismi, ma con uno sguardo lucido e affettuoso insieme. Non come gesto impulsivo, ma come estrema ratio per preservare sé stessi.

Dal punto di vista psicologico, questo tema è cruciale. Le famiglie possono essere luoghi di sostegno e crescita, ma anche spazi dove si sedimentano lealtà invisibili, sensi di colpa, ruoli irrigiditi, narrative collettive da cui è difficile uscire. Quando queste dinamiche diventano troppo strette, la lealtà può trasformarsi in prigionia, e l’individuo rischia di sacrificare parti importanti di sé pur di rimanere fedele alla “storia di famiglia”.

In terapia incontro spesso persone che vivono questo conflitto: tra l’appartenenza profonda e la necessità altrettanto profonda di respirare fuori da ruoli e vincoli che non lasciano spazio. Bajani restituisce questa tensione con una delicatezza rara: non semplifica, non indica soluzioni, ma accompagna il lettore dentro un punto di vista forte, quello della separazione come gesto di sopravvivenza psicologica.

È un romanzo che non cerca la provocazione ma costruisce immagini e relazioni con precisione poetica, rendendo visibili quelle zone emotive che spesso restano sullo sfondo. È questa la sua forza: non ti travolge, ma ti accompagna dentro pensieri e sentimenti che difficilmente lasciano indifferenti.

L’anniversario non è un libro comodo, ma è proprio per questo che vale la pena leggerlo. Ti lascia con la sensazione di aver incontrato una voce autentica e necessaria, capace di mettere parole su vissuti complessi che molti riconoscono, ma pochi riescono a esprimere.